Del Colle dell'Infinito

Arrivai lì, davanti a quell'insegna il 20.04.2002. Mi ero presa qualche giorno di riposo e avevo deciso di tornare a Recanati, per tuffarmi nuovamente nell'atmosfera illustre del mio poeta preferito.

Mi fermai di botto. Scesi e mi avvicinai. Il cancello era spalancato.

Nel cortile davanti al capannone c'era un furgoncino e, di guardia, il fidato, mitico, Mosca che controllava che le cassette piene di zampe di pollo venissero scaricate bene...

Mi avvicinai ancora. Legato, sdraiato al sole c'era un cucciolone tigrato scuro che iniziò a scodinzolarmi con quel suo moncherino veloce. Seppi poi che era Lotto del Colle dell'Infinito.

'Cosa cerca?'' - tuonò dietro di me una voce 'orcheggiante'. 'Una cucciola fulva con il musino bianco' - risposi timorosa. Mi guardò e commentò in dialetto.

Sicuramente bestemmiò contro la mia totale ignoranza. Si allontanò. Mi guardai intorno.

C'erano diverse persone, anche straniere, con boxer al guinzaglio. Erano lì (lo capii parecchio tempo dopo) di sabato pomeriggio, ad aspettare il loro turno per l'accoppiamento che - si illudevano - avrebbe dato un senso alla loro passione.

Dopo un po' Tanoni tornò e mi mise in collo con determinazione una palla fulva con gli occhi languidi e tanta pelle in esubero che mi riempì di baci e, all'improvviso, si addormentò.

Non riuscii a restituirgliela. Era Queendelia del Colle dell'Infinito.

(Foto 'rubata' dal web)