Il condizionamento biologico del carattere dal punto di vista ereditario
Tratto da: http://www.sas-italia.com/
Introduzione di Piero Alquati (da me rivisitata).
“Uno scritto come quello dei dott.ri Menzel necessita, per comprenderne il senso, almeno di una premessa.
Il suo scopo è lo studio del carattere del cane per decifrarne l'insorgenza biologica, rispetto all'attività endocrina, attività complessa che noi, magari inconsciamente, indirizziamo e modifichiamo con la selezione.
Per questo motivo la selezione deve poggiare su giusti propositi, altrimenti finiremmo per promuovere carattere ed attitudini inadatte alla razza allevata.
Un accenno ai termini scientifici con cui i dott.ri Menzel distinguono le razze, termini poco usuali:
cani "acromegalici" sono cani la cui attività endocrina promuove il gigantismo a favore di arti lunghi.
cani "condrodistrofici" sono cani la cui attività endocrina promuove problemi di corretto sviluppo delle vertebre dorsali, tipiche dei Bullbeisser, ossia dei soggetti antenati degli attuali boxer, bull dog, mastini.
Questa precisazione è dovuta alla necessità di rifarsi alla funzionalità endocrina, che in questo caso è anabolizzante, ossia atta ad incrementare le masse soprattutto trasversali, condizione che ha ben note ripercussioni sulle attitudini e sui comportamenti del cane.
Un'importante riflessione va posta sulla reale natura e sugli impieghi della razza, poiché diversamente si corre il rischio di selezionare carattere e comportamento inutili o non ideali.
Giustamente i Menzel ricordano che troppo spesso lo standard è scarsamente indicativo tanto che, leggendo quelli delle diverse razze si assomigliano terribilmente, pur essendo ognuna molto diversa dall'altra.”
Lo standard del boxer dice:
COMPORTAMENTO E CARATTERE
Il Boxer deve essere saldo di nervi, consapevole di sé, tranquillo ed equilibrato. Il suo carattere è di massima importanza e richiede una avveduta cura.
Il suo attaccamento e la sua fedeltà al padrone e a tutta la casa, la sua vigilanza e il suo coraggio quale difensore sono da tempo famosi. E' innocuo in famiglia, ma diffidente verso gli estranei; è allegro e cordiale nel gioco, ma è impavido in situazioni gravi.
Si addestra facilmente grazie alla sua disponibilità alla sottomissione, al suo slancio e coraggio, alla sua naturale tempra e al suo fiuto. Dato che non ha pretese ed è pulito, è piacevole e prezioso sia in famiglia che come difensore, accompagnatore o cane di servizio.
Il suo carattere è leale, senza falsità e perfidia, anche in età avanzata.
Difetti: aggressività, malignità, insidia, inaffidabilità, mancanza di temperamento, vigliaccheria.
“Una giusta scelta e un giusto dosaggio degli impulsi specifici fanno la razza, ma un eccesso o uno sbandamento la deturpano, quanto una cattiva morfologia.
Va notato con quanta attenzione i Menzel analizzano i singoli impulsi, consci che ogni combinazione offre una risultante, che diviene il supporto per un impiego o per un comportamento più o meno apprezzabile o congeniale alla razza.
Un’indagine precoce del cane permette un più esatta stima delle sue doti caratteriali, mentre una valutazione di un comportamento nelle diverse prove può essere frutto di condizionamenti che alterano un’esatta stima, anche se l’impiego è poi il vero banco di prova.
Vi sono doti istintive che, se esercitate e promosse, mistificano un risultato come può essere in una prova di difesa, ma vi sono doti come l'intelligenza, la capacità di apprendere, i valori "morali", il fiuto, l'ubbidienza, la tempra, gli impulsi sessuali, l'istinto materno, la capacità di ritrovare anche a distanza il proprio domicilio, che non possono essere insegnate ma, frammiste ad istinti e comportamenti, rimangono tali per quello che la natura e la selezione gli ha fornito.
Quando usiamo la consanguineità si fa sempre riferimento alle doti morfologiche, ma mai si pensa che una sovrapposizione di sangue avvalora, diminuisce o esalta anche gli impulsi caratteriali degli avi ripetuti.
Piero Alquati
IL CONDIZIONAMENTO BIOLOGICO DEL CARATTERE DAL PUNTO DI VISTA EREDITARIO
Scritto dai Dott.ri MENZEL Responsabili del Boxer Club Austriaco |
commento introduttivo
Questo importante e riservato articolo tecnico ha suggerito al Dott. Tomaso Bosi la stesura dell'articolo "Carattere e tests". La relazione dei famosi Dottori Menzel, compilata con riferimento alle razze dei "condrodistrofici", particolarmente ai Bullenbeisser, illustra i principi biologici ed endocrini che inducono le caratterizzazioni comportamentali, il temperamento e, conseguentemente, condizionano le attitudini di questi cani, ma valgono come suggerimento conoscitivo per tutte le razze.
Una più ampia letteratura appositamente tradotta sull'argomento mi era stata promessa, ma purtroppo il Dott. Bosi ci ha lasciati anzitempo.
Piero Alquati.
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Nello standard della maggior parte delle razze canine si trovano indicazioni sul carattere, ma assai spesso esse sono solo degli inni di lode per la razza in questione.
Noi invece vogliamo scavare più profondamente e tentare di spiegare come debba intendersi il particolare carattere del Boxer che, poggiando sul sistema delle ghiandole a secrezione interna, ne è da esse condizionato, così come i pregi e i difetti della razza, difetti che dobbiamo combattere sul piano dell'allevamento, della educazione e dell'addestramento.
Il carattere di un certo soggetto può essere valutato solo all’interno della propria razza e quindi l'uomo non può riadattare a suo piacere il metro di tutte le cose. Colui il quale voglia giudicare un Boxer secondo i parametri di un Fox Terrier, commette un errore altrettanto grande come chi voglia giudicare un cavallo sulla base delle sue abilità di danzatore…!
L'unità di misura di una qualsiasi razza animale si basa sulle sue particolari caratteristiche.
Quello che in ogni individuo può essere considerato come normale oppure straordinario nel senso di desiderabile, in individui di altre razze può essere anormale, patologico, indesiderabile al massimo grado.
Un esempio molto semplice è offerto dal Bull Dog, con la sua larghezza vista di fronte: un Dobermann o un Levriero con il fronte di un Bull Dog sarebbe anormale e la stessa cosa si dovrebbe dire di un Bull Dog con il fronte di un Dobermann o di un Levriere.
Questo discorso vale per le caratteristiche fisiche, ma anche per quelle caratteriali ( = psichiche).
La normale disposizione alla caccia e al combattimento contro altri animali sono caratteristiche assolutamente normali nei cani da caccia, ma certamente non desiderabili nei cani da difesa. Se una caratteristica fisica o psichica debba considerarsi normale per una determinata razza, dipende da due fattori:
a) dallo sviluppo storico della razza e cioè dalle circostanza e dalle condizioni in cui essa si è sviluppata;
b) dalla definizione dello scopo per cui la razza è stata costruita e per la quale viene allevata.
Per capire il carattere del Boxer, dobbiamo pertanto riferirci ad ambedue questi fattori.
Per capire il divenire del Boxer dal punto di vista dello sviluppo storico della razza, dobbiamo intraprendere un piccolo viaggio nel sistema delle ghiandole a secrezione interna e sulla loro azione.
Un noto studioso americano, Charles Stockhardt, ha fatto in proposito degli importanti esperimenti. Egli si è servito di cani perché il cane domestico presenta la tendenza a frequenti variazioni e perché, proprio nel cane domestico, ampie modificazioni ereditarie delle funzioni di queste ghiandole a secrezione interna hanno condotto alla creazione delle differenti razze ed hanno posto le basi per la caratterizzazione delle stesse in rapporto alla forma e al carattere.
Questo vale, ad esempio, per la crescita gigantesca dei cosiddetti "acromegalici", che poggia prevalentemente sulla modificazione della funzione dell'ipofisi (San Bernardo) e soprattutto dei cosiddetti "condrodistrofici", che hanno la sede fisiologica principale nelle modificate funzioni della tiroide. Quando queste modificazioni interessano gli arti, allora compaiono il Bassotto ed i tipi ad esso simili
Ma quando queste modificazioni interessano il cranio e la colonna vertebrale, allora si hanno le diverse razze della famiglia del Bullenbeisser, alla quale anche il Boxer appartiene: Bull Dog, Mastiff, Dogue de Bordeaux, Bull Mastiff, Bull Terrier, ecc.
La ricerca eccezionalmente istruttiva di Stockhardt rappresentò la base delle discussioni sulla ereditarietà al Congresso Mondiale di Cinologia del 1934 a Francoforte sul Meno (Germania).
Sulla base di questi studi abbiamo imparato a conoscere cose che a noi prima sembravano misteriose. Esse si riferiscono particolarmente ai rapporti fra le caratteristiche fisiche e le ghiandole a secrezione interna. Solo in parte però lo Stockhardt mise in evidenza che le differenze delle caratteristiche fisiche, così determinate, corrispondono anche a notevoli differenze di comportamento e di carattere.
Basandoci su queste considerazioni, al Congresso Mondiale di Cinologia del 1937 a Parigi abbiamo tentato di spiegare il carattere del gruppo dei Bullebeisser dal punto di vista delle ghiandole a secrezione interna: abbiamo scelto il Boxer come esempio perché avevamo a disposizione circa 2000 boxer da osservare.
Noi abbiamo creduto con questo di offrire un contributo per presentare al meglio sia le grandi qualità caratteriali di questa razza, così come i difetti che possono comparire nel corso dell'allevamento e di fornire uno strumento utile sia dal punto di vista scientifico che pratico.
Quali sono i tratti caratteriali fondamentali del gruppo dei Bullebeisser?
Essi sono soprattutto quattro:
1 - alta soglia di eccitabilità (disponibilità a raccogliere gli stimoli provenienti dall'ambiente);
2 - naturale attaccamento al padrone;
3 - grande sviluppo dell'attitudine alla lotta;
4 - alto grado di domesticabilità, unito ad una pronunciata riduzione delle forme di istinto più importanti per la vita.
Inoltre, nei Bullenbeisser sono generalmente molto sviluppati gli istinti sociali: perciò diciamo che si tratta di animali "a contatto" di grado particolarmente elevato. I cani di questo gruppo si attaccano saldamente e in grande misura all'uomo e testimoniano ad esso una fiducia senza limiti.
Un vero boxer, per esempio, si lascia fare dal suo padrone qualunque cosa.
Noi chiamiamo animali a "contatto" quelli che amano stare a contatto fisico o vicino ai loro compagni. Al contrario, gli animali a distanza, come dice la parola, preferiscono sempre una certa distanza fra essi stessi e i vicini. Simili differenze le troviamo anche nell'uomo.
Con lo sviluppo degli istinti sociali si ha in generale un grande sviluppo dell'attitudine alla difesa.
I cani appartenenti a queste razze difendono il loro padrone anche senza addestramento e anche in giovane età, quando esso sia veramente o apparentemente minacciato.
L' alta soglia di eccitabilità è la causa della sicurezza tipica della razza e del suo modo di comportarsi. L'impassibile tranquillità del Bullenbeisser di fronte a stimoli originati dall'ambiente è ben nota e quasi proverbiale. Questo tipo di comportamento rappresenta una parte importante di quel complesso di caratteristiche che noi chiamiamo coraggio.
Non si deve però scambiare un alto grado di apatia con il coraggio, anche se vi sono senza dubbio casi in cui una generica ottusità con forte abbassamento della reattività, può mimare un comportamento coraggioso, mascherato da un'alta soglia di eccitabilità.
Un’alta soglia di eccitabilità può determinare una certa labilità affettiva, anche se in genere un grande numero di stimoli, a causa della loro relativa grandezza, non è in grado di modificare la propria rispettiva posizione affettiva nei confronti dell'ambiente. Spesso, per comprensibili motivi, una condizione di temperamento medio è collegata a un tal tipo di carattere. Proprio queste condizioni medie rendono il Boxer capace di essere un gradito compagno per la maggior parte degli uomini amanti dei cani.
L'innalzamento della soglia di eccitabilità può produrre anche dei danni nel quadro caratteriale del cane: troviamo talvolta una testardaggine psichica che può arrivare fino alla ottusità.
Di contro, una forte diminuzione della soglia di eccitabilità è alla base di una minore vigilanza e di una minore aggressività.
Queste ultime caratteristiche si sono sviluppate nei prodotti Bullenbeisser indirettamente a partire dall’istinto di combattimento: è soprattutto la gioia del combattimento e l'attesa di trovare questa soddisfazione - e non l'accresciuta sensibilità verso gli stimoli esterni - che fanno sì che nei buoni rappresentanti delle razze canine caratterizzate da queste preziose qualità, vigilanza e aggressività si sviluppino in giusta misura.
La diminuzione della reattività può condurre ad una ridotta agilità in combattimento e in altri comportamenti atipici di fronte a stimoli ambientali, fino a raggiungere l'indolenza.
Un cane così reagirà più lentamente e con maggiore comodità alle sollecitazioni del conduttore e, nel lavoro di addestramento, si evidenzieranno piccoli difetti nella sottomissione.
L'attaccamento al proprietario è uno dei fattori che determinano l'alto valore in combattimento e nella difesa della maggior parte dei Boxer. Difesa e attitudine al combattimento, ambedue particolarmente sviluppati in questa razza, si accentuano appena il cane entra in azione e si rinforzano continuamente durante l'azione stessa.
La perseveranza dei rapporti affettivi impedisce che questi istinti così importanti per la difesa vadano incontro ad una rapida esauribilità. Qui ci sarebbe da ricordare, come conseguenza particolarmente desiderata, una notevole resistenza in tutte le prestazioni di lavoro. Inoltre vi è un fatto favorevole per l'addestramento e cioè che i risultati raggiunti in questo settore restano stabili.
Nel campo degli istinti, accanto all'attitudine alla difesa, vi è in prima linea un'attitudine al combattimento straordinariamente sviluppata. Se l'istinto di difesa di un Boxer viene testato attraverso un attacco al suo padrone, allora l'istinto alla lotta lo faciliterà nell’impegnarsi sull'avversario umano e nel superamento degli eventuali impedimenti che si dovessero presentare.
Il coraggio dimostrato in queste occasioni (per un essere vivente con un istinto di conservazione altamente sviluppato) è di grande importanza per l'uso effettivo di questi cani per il servizio di difesa. Un tale comportamento soddisfa anche la romantica richiesta di molti uomini di avere un cane con un comportamento eroico, oltre a trovare contemporaneamente un utile impiego come efficace prevenzione contro le offese e i malandrini.
Una gioia di combattimento troppo elevata può sfociare tuttavia nella litigiosità, specialmente se una irrazionale educazione, sostenuta da quel “romanticismo” di cui si è parlato più sopra, già durante la gioventù del cane, stimola questa caratteristica e, secondo le possibilità, le frustra.
Ma qui possiamo riconoscere un secondo motivo nella già ricordata scarsa ubbidienza in situazioni di combattimento (insufficiente ubbidienza al richiamo ad abbandonare l'avversario). La forte domesticazione, con la quale alcuni istinti di importanza vitale sono fortemente ridotti (specie l'istinto di conservazione), a vantaggio di preziose caratteristiche di razza.
Io ricordo qui la grande bonarietà del Boxer verso i bambini, la passione per la caccia scarsamente sviluppata, la tranquilla impassibilità di fronte ad un estraneo e il non abbaiare per paura.
Talvolta però questo impoverimento degli istinti può avere delle conseguenze dannose: se la domesticazione è molto estesa, si possono verificare delle riduzioni di forme di istinto di originaria importanza vitale, oltre la vigilanza e l'aggressività.
In tale maniera, l'attitudine all'addestramento di un cane può essere profondamente posta in discussione, se l'attitudine alla pista è scarsa e la gioia nel riporto e nel movimento appare insufficiente.
Lo stretto rapporto di queste caratteristiche con il temperamento non ha bisogno di essere particolarmente sottolineato.
L'impoverimento di certi istinti biologicamente importanti è determinata spesso dal fatto che, nella vita addomesticata, essi trovano una soddisfazione particolarmente facile.
Così accade per esempio per l’istinto del mangiare: quando tale istinto è impoverito si ha il tipo del mangiatore congenitamente ottuso, flemmatico, esagerato.
Se il vero Bullenbeisser è senza paura e senza esitazione, in qualunque situazione di pericolo si trovi ed è capace di cacciarsi ciecamente in una situazione critica se vi vede invischiato il suo padrone, ciò non vuol dire che debba essere un attaccabrighe, alla ricerca di situazioni di combattimento quasi per sport.
Nella vita selvatica una tale conformazione caratteriale porterebbe inevitabilmente alla distruzione della razza, perché, in conclusione, non vi è nessun carattere, su questa terra, e quindi nessun cane tanto forte da potersi permettere un tale comportamento, senza l'aiuto che li deriva dalla vita in comune con la civiltà umana.
Noi abbiamo quindi a che fare con una razza che rappresenta un prodotto dell'addomesticamento straordinariamente sviluppato. Nella morfologia e nel carattere il Boxer è il risultato dell'arte umana dell'allevamento ed è legato, in stretta simbiosi e in misura del tutto speciale con l’uomo anche per le sue necessità vitali.
Per riassumere il tutto, si può dire che i caratteri più in evidenza del Bullenbeisser sono:
- alta soglia di eccitabilità;
- sicurezza di combattimento;
- perseveranza negli affetti (rispettivamente nelle azioni istintive e affettive);
- alta attitudine al combattimento, unita all'impassibilità di fronte a qualsiasi pericolo;
- istinto sociale elevato;
- attitudine alla caccia estremamente ridotta in conseguenza di un addomesticamento continuato.
La tab. 1 offre una visione delle caratteristiche caratteriali dei cani condrodistrofici, con le loro conseguenze positive e negative. Anche i caratteri positivi e desiderabili hanno in sé il pericolo di produrre forme indesiderate. Questo vale non solo per i caratteri dovuti alla distrofia, ma per tutti i caratteri in generale.
Nell'allevamento delle razze da utilità è pertanto necessario, nel quadro di determinate premesse, mantenere i vantaggi caratteriali ottenuti in via ereditaria, magari crescerli e, al tempo stesso, indebolire o ridurre al minimo le conseguenze negative legate comunque alle stesse caratteristiche fondamentali del carattere.
Ciò è possibile con una scelta responsabile del materiale di allevamento, che deve avere, come premessa incondizionata, un'analisi approfondita dei riproduttori e di tutti i loro prodotti.
Dal punto di vista dell'allevamento si deve pertanto fare attenzione che, nel quadro delle caratteristiche fondamentali del carattere, sia raggiunto un certo equilibrio, in conseguenza del quale scompaiono dall'allevamento quelle spinte estreme in direzioni non desiderate, attraverso eliminazioni responsabili, nelle successive generazioni.
I gradi medi di temperamento, vigilanza e aggressività sono quelli che devono essere portati avanti. La stabilità degli affetti deve essere conservata, ma solo dove essa non è associata con l'indolenza.
Tab. 1 - TENDENZE FONDAMENTALI DELLE PREDISPOSIZIONI IN RAPPORTO
ALLE CARATTERISTICHE PRINCIPALI E ALLA VARIAZIONE DEGLI ISTINTI
Conseguenze desiderate
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Caratteristiche fondamentali
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Possibili conseguenze
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- sicurezza di comportamento |
alta soglia di eccitabilità |
- intelligenza ritardata fino - scarsa vigilanza ed aggressività - scarsa agilità nel combattimento nei confronti dell'ambiente - difetti di bellezza nell'ubbidienza |
- istinto di combattimento e difesa che si manifestano spontaneamente. - affidabilità nel lavoro per il forte senso di attaccamento al padrone. - resistenza nel lavoro - stabilità di risultati |
tendenza alla perseveranza |
- mancanza di agilità nel combattimento in conseguenza del perseverare in un atteggiamento pacifico - abbaiare senza motivo - cattiva ubbidienza al richiamo - difetti di conducibilità e pertanto |
- istinto di difesa e combattimento molto elevato, anche senza addestramento. - coraggio nel combattimento. - qualità “psico-estetiche” - diffidenza verso possibili malfattori. - buona attitudine alla difesa, buona risposta all'addestramento, basato sul lavoro in comune con l'uomo |
ALTA Attitudine al combattimento, |
- attaccabrighe - cattiva ubbidienza al richiamo - iniziative di difesa senza motivo |
- bonarietà, assoluto controllo dell'aggressività - mancanza delle caratteristiche particolari dei cani selvatici - non abbaiare per paura - scarsa passione per la caccia |
forte addomesticamento (con riduzione delle forme di istinti biologicamente più importanti) |
- impoverimento degli istinti biologici, specie in relazione all'istinto di conservazione - soffocazione di alcune forme |
Nei compiti qui descritti, l’allevatore coscienzioso incontra notevoli, ma non insuperabili difficoltà.
Alcuni tratti caratteriali, spesso collegati gli uni agli altri, devono essere dissociati.
Così per esempio è necessario mantenere alta la soglia di eccitabilità in rapporto a quegli stimoli che producano allerta, mantenendola e promuovendola in allevamento; tuttavia questa soglia di eccitabilità deve, nei confronti di azioni provenienti dal conduttore (quindi in un certo modo la reattività nell'ambito della sfera sociale) essere abbassata, poiché il cane che lavora non deve offrire eccessive resistenze di fronte ad azioni connesse con l'addestramento, allo scopo di salvaguardare la sottomissione.
Perciò nell'allevamento del Boxer si deve prestare la massima attenzione al grado di sottomissione che deve essere alto, per controbilanciare l'alta soglia di eccitabilità e la tendenza all'ostinazione.
Questo è necessario perché il legame con il padrone viene espresso in un modo diverso da quello abituale delle altre razze. I Boxer non sono cani "servili" e mostrano una sicurezza psichica estremamente pronunciata rispetto a quella dei cani in genere.
In un carattere del genere, il sentimento di legame con il conduttore può essere mantenuto sveglio molto più difficilmente, ma proprio tale sentimento di legame viene generalmente impiegato in addestramento, trattandosi dello stimolo più efficace da utilizzare.
Per questo motivo, in allevamento, deve essere valutata con attenzione la modalità di rapportarsi all’uomo, che poi si manifesta come sottomissione.
Così paradossalmente, queste quasi contraddittorie pretese di allevamento, che tali possono apparire al primo sguardo di coloro che non sono padroni della materia, sono facilmente raggiungibili e documentabili, dimostrando che tali combinazioni di carattere non provengono da fantasie letterarie, bensì sono trasmesse sulla base di effettive esperienze di allevamento. (Anche nel Bull Terrier si è lavorato con successo a simili combinazioni caratteriali).
Nonostante tutte le attenzioni, in allevamento si verificano sempre “spinte laterali” verso gli aspetti indesiderati dei tratti fondamentali dei caratteri distrofici descritti. Questi cani si comportano come caricature dei cani condrodistrofici. Tale situazione, apparentemente paradossale, è l'unione di ottusità e vigliaccheria.
In relazione a ciò, può essere significativa questa opinione: tale combinazione psicologica, se considerata dal punto di vista dell'allevamento, non è considerata pericolosa, poiché un animale stupido e vigliacco appare anche agli occhi inesperti come privo di valore e difficilmente troverà un amatore che lo protegga e lo impieghi in allevamento.
Invece, il cane vigliacco ma aggressivo che a volte viene considerato una “minus variante” in altre razze di cani di utilità, nel Boxer può con facilità essere scambiato, confondendo l’aggressività per il coraggio, per un prezioso cane da lavoro e un portatore di carattere.
Purtroppo, ancora oggi, non tutte le prove di lavoro, dal punto di vista critico e psicologico, sono esenti da difetti e qualcuno confonde coraggio e aggressività.
Si finisce perciò per promuovere erroneamente soggetti pieni di temperamento e di aggressività, a danno dell'allevamento e della selezione del carattere. Nelle difficoltà precedentemente evidenziate sta la problematicità dell'allevamento del Boxer, se esso viene correttamente considerato come l’allevamento di un cane da lavoro.
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